COMPLEANNO DI MASSIMO RANIERI
				
				
					
					
				
				
				
				
					
					
				
				
					
Giovanni Calone, meglio noto come Massimo Ranieri, nasce a Napoli il 3   maggio del 1951. Cantante con decenni di proficua carriera alle spalle,   attore di cinema, teatro e televisione, presentatore di successo, ha   lavorato anche come doppiatore. È considerato uno dei personaggi dello   spettacolo più apprezzati a livello nazionale.  Nasce e cresce in una  famiglia operaia della Napoli povera, il futuro  Massimo, allora solo  Giovanni, o Gianni, com'è chiamato da tutti. È il  quarto di otto figli e  il suo quartiere è il popoloso Pallonetto di  Santa Lucia, molto  popolare a Napoli. Da bambino si dà da fare come  strillone, forte di  una voce già matura e dal timbro imponente. Non  ancora adolescente fa  il posteggiatore, cantando e suonando nei  ristoranti alla moda,  racimolando le mance di turisti e napoletani  abbienti. Proprio in uno  di questi momenti di lavoro, viene notato  dall'autore di canzoni  Giovanni Polito, affascinato dalla sua splendida  voce.  Passano alcuni  mesi e il piccolo "Gianni Rock", come viene presentato  nel 1964 all'età  di appena tredici anni, incide il suo primo disco e  sbarca in America,  al seguito di Sergio Bruni. Il piccolo cantante si fa  valere a New  York, meta principale del tour. Dopo appena due anni, nel  1966, debutta  in televisione nel varietà "Scala Reale", presentando,  appena  quindicenne, la bella canzone "L'amore è una cosa meravigliosa".  Il  1967 è l'anno del Cantagiro, programma televisivo molto amato dal   pubblico italiano dell'epoca, impegnato in quegli anni a seguire con   trasporto le sorti del piccolo Gianni, che si impone nel girone B della   kermesse, con l'ottimo brano "Pietà per chi si ama". Il futuro Massimo   Ranieri arriva primo delle giovani promesse e l'anno dopo punta al   Festival più importante d'Italia. Non ancora maggiorenne, nel 1968,   Giovanni Calone arriva a Sanremo e porta in finale il suo "Da bambino".   Sale suo palco dell'Ariston in coppia con "I Giganti" e anche questa   performance contribuisce al suo successo, sempre più in ascesa.  L'anno  dopo, canta "Rose rosse", con cui vince la sezione principale del   Cantagiro, dove ormai è uno dei più amati protagonisti. Il brano rimane   per ben tredici settimane in testa alle classifiche. Nello stesso anno   arriva secondo a Canzonissima, con il brano "Se bruciasse la città", ma   nell'edizione successiva, datata 1970, trionfa letteralmente con la   canzone "Vent'anni".  Intanto viene pubblicato il suo primo disco, che  finalmente porta il suo  nome d'arte, anche nel titolo: "Massimo  Ranieri".  Il cinema si accorge di lui e Mauro Bolognini lo sceglie come   protagonista per "Metello", dall'opera omonima di Vasco Pratolini. È  il  1970 quando Massimo Ranieri, cantante e ora attore, si aggiudica  anche  il David di Donatello come miglior attore, oltre al Premio   Internazionale della Critica.  Da questo momento in poi l'artista  napoletano si dedica alla settima  arte e fa seguire diverse  interpretazioni, le quali risultano l'una più  apprezzata dell'altra: da  "Bubù", datata 1971, a "La cugina", del 1974,  fino al noir "Con la  rabbia agli occhi" di A. M. Dawson, girato nel 1976  e sul set con Yul  Brinner e Barbara Bouchet. Impossibile escludere il  ben noto "La patata  bollente", del 1979, film di rottura per l'epoca che  vede Ranieri,  fino a quel momento sempre nei panni di personaggi amati  dalle donne,  interpretare la parte di un giovane omosessuale che  s'innamora di un  operaio comunista. Con lui, ci sono anche Edwige Fenech  e Renato  Pozzetto.  Intanto, il decennio degli anni '70 è quello che gli apre  anche le porte  del teatro, altro suo grande amore. Dopo aver recitato  fianco a fianco  con la grande Anna Magnani, nel 1971, nel film Tv "La  sciantosa",  Massimo Ranieri calca le scene al servizio di registi  importanti, come  Giuseppe Patroni Griffi, in "Napoli: chi resta e chi  parte" del 1975,  Giorgio De Lullo (ne "Il malato immaginario" e "La  dodicesima notte",  entrambi del 1978), e il grande Giorgio Strehler.  Con il famoso regista  recita in "L'anima buona di Sezuan", nel 1980, e  in "L'isola degli  schiavi", molti anni dopo, nel 1994.  Ma in questo  arco di tempo, anche il cantante Ranieri si fa valere, nei  momenti in  cui il cinema e il teatro mollano un po' la presa su di lui.  Il disco  "O surdato nammurato", del 1972, è un omaggio alla canzone  napoletana,  sempre amata dal cantante di Pallonetto, che tra l'altro  viene  registrato dal vivo al Teatro Sistina, davanti alle telecamere Rai  e  per la regia del grande Vittorio De Sica. Nello stesso anno vince   "Canzonissima" con "L'erba di casa mia".  Anche gli altri seguenti  lavori discografici, "Napulammore" e  "Meditazione", rispettivamente del  1974 e del 1976, ricevono il giusto  apprezzamento, soprattutto il  primo, ripreso nuovamente in televisione e  inciso dal vivo, dal Teatro  Valla di Roma.  Nel 1983 un buon successo di pubblico accoglie il suo  esordio da  funambolo e giocoliere, nell'opera "Barnum", con Ottavia  Piccolo.  L'album che segue lo spettacolo si chiama anch'esso "Barnum".   Negli anni '80 si affida al regista Mario Scaparro, che lo vuole in   "Varietà", del 1985, e, soprattutto, in "Pulcinella", datato 1988. Ma   quest'ultimo anno è quello del suo ritorno in grande stile nella musica,   con la vittoria del Festival di Sanremo con il brano, famosissimo e   amato dal pubblico, "Perdere l'amore".  Nel 1989 è presentatore, con  Anna Oxa, del varietà tv "Fantastico 10".  Da questo momento in poi  continua ad incidere brani, partecipando alle  varie kermesse nazionali,  ma va segnalato soprattutto il suo debutto nel  mondo dell'animazione,  datato 1996, come voce del celebre protagonista  del film Disney "Il  gobbo di Notre-Dame": qui, Ranieri dà la voce al  famoso Gobbo della  fantasia di Victor Hugo, Quasimodo.  Nel 1999, dopo aver preso parte ad  "Ama il tuo nemico", di Damiano  Damiani, si aggiudica anche il Premio  Flaiano per il teatro. Nel 2001  esce "Oggi o dimane", nuova incursione  nella tradizione musicale  napoletana. I brani sono arrangiati  dall'ottimo Mauro Pagani. A questo  lavoro, segue "Nun è acqua", del  2003.  Il 2006 è l'anno dei suoi quarant'anni di carriera, festeggiato  con un  doppio album dal titolo "Canto perché non so nuotare...da 40  anni". Il  lavoro raccoglie i suoi migliori successi e alcuni dei più  bei brani  d'autore degli ultimi vent'anni.   Massimo Ranieri Successi  infiniti  3 maggio 1951Toro Commenta Massimo Ranieri  Giovanni Calone,  meglio noto come Massimo Ranieri, nasce a Napoli il 3  maggio del 1951.  Cantante con decenni di proficua carriera alle spalle,  attore di  cinema, teatro e televisione, presentatore di successo, ha  lavorato  anche come doppiatore. È considerato uno dei personaggi dello   spettacolo più apprezzati a livello nazionale.  Nasce e cresce in una  famiglia operaia della Napoli povera, il futuro  Massimo, allora solo  Giovanni, o Gianni, com'è chiamato da tutti. È il  quarto di otto figli e  il suo quartiere è il popoloso Pallonetto di  Santa Lucia, molto  popolare a Napoli. Da bambino si dà da fare come  strillone, forte di  una voce già matura e dal timbro imponente. Non  ancora adolescente fa  il posteggiatore, cantando e suonando nei  ristoranti alla moda,  racimolando le mance di turisti e napoletani  abbienti. Proprio in uno  di questi momenti di lavoro, viene notato  dall'autore di canzoni  Giovanni Polito, affascinato dalla sua splendida  voce.  Passano alcuni  mesi e il piccolo "Gianni Rock", come viene presentato  nel 1964 all'età  di appena tredici anni, incide il suo primo disco e  sbarca in America,  al seguito di Sergio Bruni. Il piccolo cantante si fa  valere a New  York, meta principale del tour. Dopo appena due anni, nel  1966, debutta  in televisione nel varietà "Scala Reale", presentando,  appena  quindicenne, la bella canzone "L'amore è una cosa meravigliosa".  Il  1967 è l'anno del Cantagiro, programma televisivo molto amato dal   pubblico italiano dell'epoca, impegnato in quegli anni a seguire con   trasporto le sorti del piccolo Gianni, che si impone nel girone B della   kermesse, con l'ottimo brano "Pietà per chi si ama". Il futuro Massimo   Ranieri arriva primo delle giovani promesse e l'anno dopo punta al   Festival più importante d'Italia. Non ancora maggiorenne, nel 1968,   Giovanni Calone arriva a Sanremo e porta in finale il suo "Da bambino".   Sale suo palco dell'Ariston in coppia con "I Giganti" e anche questa   performance contribuisce al suo successo, sempre più in ascesa.  L'anno  dopo, canta "Rose rosse", con cui vince la sezione principale del   Cantagiro, dove ormai è uno dei più amati protagonisti. Il brano rimane   per ben tredici settimane in testa alle classifiche. Nello stesso anno   arriva secondo a Canzonissima, con il brano "Se bruciasse la città", ma   nell'edizione successiva, datata 1970, trionfa letteralmente con la   canzone "Vent'anni".  Intanto viene pubblicato il suo primo disco, che  finalmente porta il suo  nome d'arte, anche nel titolo: "Massimo  Ranieri".  Il cinema si accorge di lui e Mauro Bolognini lo sceglie come   protagonista per "Metello", dall'opera omonima di Vasco Pratolini. È  il  1970 quando Massimo Ranieri, cantante e ora attore, si aggiudica  anche  il David di Donatello come miglior attore, oltre al Premio   Internazionale della Critica.  Da questo momento in poi l'artista  napoletano si dedica alla settima  arte e fa seguire diverse  interpretazioni, le quali risultano l'una più  apprezzata dell'altra: da  "Bubù", datata 1971, a "La cugina", del 1974,  fino al noir "Con la  rabbia agli occhi" di A. M. Dawson, girato nel 1976  e sul set con Yul  Brinner e Barbara Bouchet. Impossibile escludere il  ben noto "La patata  bollente", del 1979, film di rottura per l'epoca che  vede Ranieri,  fino a quel momento sempre nei panni di personaggi amati  dalle donne,  interpretare la parte di un giovane omosessuale che  s'innamora di un  operaio comunista. Con lui, ci sono anche Edwige Fenech  e Renato  Pozzetto.  Intanto, il decennio degli anni '70 è quello che gli apre  anche le porte  del teatro, altro suo grande amore. Dopo aver recitato  fianco a fianco  con la grande Anna Magnani, nel 1971, nel film Tv "La  sciantosa",  Massimo Ranieri calca le scene al servizio di registi  importanti, come  Giuseppe Patroni Griffi, in "Napoli: chi resta e chi  parte" del 1975,  Giorgio De Lullo (ne "Il malato immaginario" e "La  dodicesima notte",  entrambi del 1978), e il grande Giorgio Strehler.  Con il famoso regista  recita in "L'anima buona di Sezuan", nel 1980, e  in "L'isola degli  schiavi", molti anni dopo, nel 1994.  Ma in questo  arco di tempo, anche il cantante Ranieri si fa valere, nei  momenti in  cui il cinema e il teatro mollano un po' la presa su di lui.  Il disco  "O surdato nammurato", del 1972, è un omaggio alla canzone  napoletana,  sempre amata dal cantante di Pallonetto, che tra l'altro  viene  registrato dal vivo al Teatro Sistina, davanti alle telecamere Rai  e  per la regia del grande Vittorio De Sica. Nello stesso anno vince   "Canzonissima" con "L'erba di casa mia".  Anche gli altri seguenti  lavori discografici, "Napulammore" e  "Meditazione", rispettivamente del  1974 e del 1976, ricevono il giusto  apprezzamento, soprattutto il  primo, ripreso nuovamente in televisione e  inciso dal vivo, dal Teatro  Valla di Roma.  Nel 1983 un buon successo di pubblico accoglie il suo  esordio da  funambolo e giocoliere, nell'opera "Barnum", con Ottavia  Piccolo.  L'album che segue lo spettacolo si chiama anch'esso "Barnum".   Negli anni '80 si affida al regista Mario Scaparro, che lo vuole in   "Varietà", del 1985, e, soprattutto, in "Pulcinella", datato 1988. Ma   quest'ultimo anno è quello del suo ritorno in grande stile nella musica,   con la vittoria del Festival di Sanremo con il brano, famosissimo e   amato dal pubblico, "Perdere l'amore".  Nel 1989 è presentatore, con  Anna Oxa, del varietà tv "Fantastico 10".  Da questo momento in poi  continua ad incidere brani, partecipando alle  varie kermesse nazionali,  ma va segnalato soprattutto il suo debutto nel  mondo dell'animazione,  datato 1996, come voce del celebre protagonista  del film Disney "Il  gobbo di Notre-Dame": qui, Ranieri dà la voce al  famoso Gobbo della  fantasia di Victor Hugo, Quasimodo.  Nel 1999, dopo aver preso parte ad  "Ama il tuo nemico", di Damiano  Damiani, si aggiudica anche il Premio  Flaiano per il teatro. Nel 2001  esce "Oggi o dimane", nuova incursione  nella tradizione musicale  napoletana. I brani sono arrangiati  dall'ottimo Mauro Pagani. A questo  lavoro, segue "Nun è acqua", del  2003.  Il 2006 è l'anno dei suoi quarant'anni di carriera, festeggiato  con un  doppio album dal titolo "Canto perché non so nuotare...da 40  anni". Il  lavoro raccoglie i suoi migliori successi e alcuni dei più  bei brani  d'autore degli ultimi vent'anni.  Nel 2008 si fa valere come  regista teatrale, dirigendo il remake  teatrale del film "Poveri ma  belli". La produzione è firmata dal Teatro  Sistina e Titanus e Massimo  Ranieri ha alle sue dipendenze attori come  Bianca Guaccero, Michele  Carfora, Antonello Angiolillo, Emy Bergamo e  molti altri.  Nel novembre  del 2009, gli viene consegnato il Premio De Sica per il  Teatro. L'anno  dopo, esattamente nell'agosto del 2010, riceve anche il  "Riccio  d'Argento", a Lamezia Terme, per il miglior live d'autore  dell'anno,  grazie a "Canto perché non so nuotare".  Tra il 2010 e il 2011, realizza  per la Rai quattro commedie firmate dal  grande Eduardo De Filippo. Con  lui, nelle opere "Filumena Marturano",  "Napoli milionaria!", "Questi  fantasmi" e "Domenica e lunedì", ci sono  le attrici Mariangela Melato,  Barbara De Rossi, Bianca Guaccero ed Elena  Sofia Ricci.
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
				
			
				
				
					
						
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