La chiamano "mal di sushi", ma il suo nome corretto è sindrome sgombroide, un’intossicazione alimentare dovuta alla cattiva conservazione di alcuni tipi di pesce. Due anni fa esatti, a Roma, dopo aver partecipato a Romics, evento espositivo sul fumetto, in 28 si sentirono male. Per tutti, gli stessi sintomi: mal di pancia, nausea, emicrania.
Lo scorso anno, nella sola Milano, erano state colpite da mal di sushi 47 persone, ma il primato è destinato a cadere visto che nei primi nove mesi di quest’anno siamo già arrivati a quota 45 casi. La sindrome sgombroide è causata dall’eccesso di istamina, una sostanza che si forma naturalmente in seguito alla degradazione dell’istidina, un aminoacido particolarmente presente nella carne di alcuni pesci.
Oltre al sushi, sono finite negli anni sotto accusa le scatolette di tonno e sgombro. Per bloccare la formazione di istamina - causata da batteri come Escherichia coli, Morganella morganii, Salmonelle, Shigella dysenteriae e Clostridum perfringens - è importante lavare il pesce e rispettare rigorosamente la catena del freddo.
Nel pescato le concentrazioni di istidina sono pari a circa 1 milligrammo per 100 grammi di muscolo e a questi livelli non ci sono problemi. Gli effetti tossici si scatenano quando si superano i 100 milligrammi ogni 100 grammi. Solo in pochi casi, l'intossicazione si risolve da sola, spesso si deve ricorrere a farmaci sintomatici e cortisone.

fonte: inews24.it