Lo scorso venerdì la sentenza della Corte Suprema statunitense ha stabilito, con una maggioranza di 5 contro 4, che il matrimonio è un diritto garantito dalla Costituzione anche per le coppie gay: ciò vuol dire che tutti gli Stati della federazione dovranno consentire a due persone dello stesso sesso di sposarsi e riconoscere i matrimoni omosessuali contratti in qualsiasi parte degli USA. Nelle ore successive, molte aziende hanno appoggiato la decisione, modificando i propri loghi con i colori dell'arcobaleno o pubblicando messaggi di supporto. Anche Facebook ha partecipato alle celebrazioni, permettendo agli utenti di personalizzare il proprio avatar con i colori simbolo dell'orgoglio LGBT.
Nelle ultime ore, però, alcuni ricercatori hanno cominciato ad avanzare l'ipotesi che l'iniziativa di Facebook faccia parte di un esperimento più esteso. La funzione è stata sviluppata da due stagisti nel corso di una recente hackaton – una sorta di maratona di sviluppo dove vengono create applicazioni o servizi in meno di 72 ore – e immediatamente diventata popolare tra i dipendenti dell'azienda. Subito dopo la decisione della Corte Suprema, Facebook ha deciso di renderla disponibile per tutti gli utenti. Secondo l'azienda, più di un milione di account hanno modificato la propria immagine di profilo, in una celebrazione globale seconda solo a quella del 2013, quando 3 milioni di persone hanno inserito il simbolo dell'uguaglianza all'interno del proprio avatar. Una mobilitazione accompagnata anche dalla crescente partecipazione all'interno dei gruppi LGBT presenti in Facebook, più che raddoppiata dal 2008 ad oggi.
Innanzitutto: perché un arcobaleno? Da anni vediamo associare una bandiera composta da 6 strisce colorate alla comunità LGBT e ai vari Gay Pride che si svolgono in tutto il mondo. È stata inventata negli anni '70 da un attivista per i diritti della comunità gay, Gilbert Baker: appassionato di cucito, il giovane si impose di trovare un simbolo diverso da quello utilizzato fino ad allora, un triangolo rosa ricordo di quello fatto indossare agli omosessuali in periodo nazista. Così, partendo dall'idea delle strisce della bandiera americana, nacque quella che oggi chiamiamo Gay Pride Flag. Al tempo, però, il significato dei colori era particolare: caratterizzava, per esempio, le medaglie ricevute dai veterani della prima guerra mondiale, ma indicava anche l'arcobaleno che Dio inviò a Noè negli eventi narrati dalla Bibbia. Secondo molti, l'idea di utilizzare i colori dell'arcobaleno arrivò dall'attrice Judy Garland, una delle prime icone della comunità LGBT conosciuta per il ruolo di Dorothy ne Il Mago di Oz, la cui canzone più famosa è proprio Somewhere Over the Rainbow. La bandiera – che al tempo aveva 8 strisce e non le 6 attuali – fu utilizzata per la prima volta in una manifestazione il 25 giugno 1978.

fonte: fanpage.it