La squadra di calcio brasiliana Chapecoense, i cui giocatori sono tragicamente scomparsi nell'incidente dell'aereo precipitato in Colombia,, non avrebbe dovuto trovarsi su quel velivolo: l'Aviazione Civile brasiliana aveva respinto la richiesta di partire con un charter privato. "Il trasporto – si legge nel messaggio dell'Aviazione – dovrebbe essere fatto da una società brasiliana o colombiana. Ce n'è una diponibile alla realizzazione del volo. Pertanto nego l'autorizzazione".
“Sul luogo della tragedia non c'erano tracce di combustibile”, ha spiegato Alfredo Bocanegra, responsabile dell'aviazione civile della Colombia, precisando che al momento non si esclude nessuna ipotesi sulle cause dell'incidente. Rispondendo alla domanda dei media sul fatto se il velivolo fosse al limite dell'autonomia di volo, Bocanegra ha detto che “nella zona della tragedia non c’è puzza di combustibile. Se l'aereo avesse avuto sufficiente rifornimento di carburante, o da scaricarne in volo, poi ci sarebbe stata un'esplosione o comunque sul terreno avremmo trovato resti della benzina sparsa nell'ambiente”. “Siamo in attesa – ha aggiunto delle registrazioni di volo tra il pilota e la torre di controllo”. Bocanegra ha ricordato anche che l'aviazione boliviana parla di un blackout “totale del sistema elettrico” a bordo.