Enzo Carella è morto ieri, dopo settimane in terapia intensiva, come fanno sapere voci vicine alla famiglia. È troppo facile, col senno di poi, piangere un artista come lui, uno dei veri e autentici artisti del pop italiano, troppo sconosciuto rispetto alla qualità della sua musica, che ebbe un picco di notorietà quando nel lontano 1979 arrivò secondo al Festival di Sanremo con "Barbara" e un'esibizione che lo vide protagonista in una sorta di karaoke ante-litteram. ma neanche quel passaggio televisivo riuscì a dargli una notorietà ampia, che è rimasta sempre sommersa, nonostante la grande qualità e stima che in molti gli tributavano. In questi ultimi anni c'era stata un'ondata di revival anche grazie all'impegno e omaggi di artisti come Colapesce che ha realizzato le cover di due delle sue canzoni più note, ovvero "Malamore" e "Parigi".
Nato a Roma nel 1952, Enzo Carella impara a suonare la chitarra da autodidatta verso i 12 anni, rifacendo a orecchio le canzoni di "Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori, Adriano Celentano e successivamente il grande Lucio Battisti", come dice in questa intervista. Scoperto da Alfonso Bettini, stringe fin da subito, artisticamente parlando, un sodalizio con il poeta Pasquale Panella, conosciuto dai più per essere stato colui che ha scritto i testi della seconda parte della carriera di Lucio Battisti (quella che va da "Don Giovanni" a "Hegel" per intendersi): "Un giorno Alfonso venne a casa mia insieme a questo ragazzo dicendomi: ‘Ecco uno che secondo me può fare dei bei testi per le tue canzoni'. Mi piacque subito per il suo modo elegante di scrivere. Non si capiva granchè… d'altra parte lo conoscete tutti, ma nelle sue parole c'era una forza misteriosa che m'incuriosiva parecchio ed aveva una spiccata personalità". Un'unione che nel 1976 dà vita al primo 45 giri "Fosse vero/ Si rivede ragazza", che arriva poco prima di "Vocazione", l'album d'esordio che, oltre alla title track, contiene pezzi come "Malamore", appunto, e "Fosse vero".

fonte: fanpage.it