Una rivoluzione nella lotta del cancro al seno: dal Regno Unito sarebbero in arrivo un cocktail di farmaci sperimentali che potrebbero sostituire la mastectomia, l’operazione chirurgica di esportazione dei seni.
Gli esiti della ricerca scientifica condotta dall’Università di Manchester sono stati divulgati dal The Guradian: a giocare un ruolo chiave sarebbe un nuovo superfarmaco basato sul principio attivo del Trastuzumab, un anticorpo monoclonale umanizzato, che può ridurrebbe e perfino eliminare i tumori al seno della tipologia ‘HER2 positivo’ in sole due settimane.
I risultati della sperimentazione scientifica sarebbero molto più che incoraggianti: un quarto delle 66 donne che sono state sottoposte per 11 giorni al trattamento con questo nuovo ‘mix’ di medicinali avrebbe risposto positivamente. Lo studio è stato presentato ad Amsterdam durante il Convegno europeo sul cancro al seno; qualora la sperimentazione andasse avanti con successo, permetterebbe in futuro di evitare che molte pazienti siano sottoposte a trattamenti invasivi. Una speranza concreta per le moltissime persone che devono combattere con questa patologia.
In tutto il mondo, il tumore alla mammella è il tumore invasivo più comune nelle donne. Il tumore alla mammella rappresenta il 22,9% dei tumori invasivi nelle donne e il 16% di tutti i tumori femminili. Nonostante la massiccia campagna preventiva in Italia il carcinoma mammario rappresenta una delle forme tumorali più diffuse.
E’ di pochi giorni fa la notizia dell’asportazione al policlinico Gemelli di tumore al seno di dimensioni record. Al riagurado, il Prof. Masetti, primario del reparto di Chirurgia senologica aveva commentato: “Sembra incredibile che nell’era della prevenzione, ci si trovi ancora a trattare casi simili. Ma purtroppo anche se non con queste dimensioni eccezionali – di tumori localmente avanzati ce ne capita più di uno al mese e con donne di tutte le età e condizioni sociali. Questo ci deve far riflettere e interrogare su cosa non vada nelle nostre campagne di promozione della prevenzione e della diagnosi precoce. Dobbiamo trovare modalità piu’ efficaci per fare educazione e in particolare per aiutare le donne a superare la forte paura che ancora generano i tumori, paura che talvolta paralizza e impedisce di chiedere assistenza medica”.