Il ''mostrare la lingua'' è un’espressione facciale che prevede la protrusione momentanea della lingua tra le labbra. Spesso usato dai bambini, l’uso di questo gesto si osserva anche nei gorilla e in altri primati antropomorfi (Smith et al. 1974). Nei manuali e corsi sul linguaggio del corpo, il “mostrare la lingua” viene spesso associato a stati cognitivi di disaccordo rispetto a quanto detto, incredulità, dispiacere, o incertezza. Questi manuali sostengono che il gesto può rappresentare un segnale volto a modificare, contrastare, o contraddire un’osservazione verbale.
Ma è proprio così?
Spesso e volentieri questa interpretazione è solo un falso mito, volto più che altro a spiegare come certi, rapporti di causa-effetto in realtà sono tutt’altro che oggettivi.
È sempre sconsigliabile dare un significato così netto a qualunque gesto, senza opportunamente considerare altre importantissime informazioni provenienti dagli altri canali comunicativi dell’interlocutore, oltre ovviamente considerare il contesto in un cui il segnale non verbale viene emesso.
Si pensi solo che, in ottica etologica e psicologica, la stessa mimica può esser usata anche come emblema per prendere in giro qualcuno (“fare la linguaccia”, tipico nei bambini: Stern e Bender, 1974) o per flirtare in modo audace e provocante (leccarsi le labbra, in modo evidente, guardando o ammiccando all’interlocutore oggetto delle nostre attenzioni: Morris, 1994).
Lo stesso atto non verbale, ha poi tantissimi altri significati a seconda della cultura d’appartenenza del soggetto che lo emette.
Il “leccarsi le labbra” può anche essere manifestato quando la persona prova una forte ansia, ma anche quando è completamente rilassata (una tolettatura delle labbra, esibita in tranquillità, poiché in presenza di persone con cui ha molta confidenza: Ekman, 2011).
Può anche accompagnare una mimica di disgusto o nausea (Smith et al. 1974).
Come possiamo fare quindi a capire qual è il corretto significato di questo segnale non verbale?
Tutti i segnali non verbali si riescono a interpretare solo facendo le giuste domande al nostro interlocutore. Avere un approccio falsificazionista (che considera la formulazione di ipotesi che vengono poi verificate attraverso un’opportuna indagine), ci permette di evitare errori di giudizio e di accrescere la nostra competenza relazionale riducendo preconcetti e pregiudizi che possono limitare la nostra intelligenza emotiva.
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