Dodici panificatori che producevano e commercializzavano “pane, focaccia e bruschette al carbone vegetale”, il cui picco di produzione viene raggiunto in occasione dell’Epifania, sono stati denunciati in tutta la regione Puglia dagli agenti della Forestale e dal coordinamento territoriale per l’ambiente di Altamura – parco nazionale dell’Alta Murgia.
Secondo l’accusa, il pane al carbone vegetale, molto in voga per le sue presunte proprietà digestive, era contraffatto attraverso l’utilizzo di coloranti proibiti per legge.
I titolari di dodici panifici nelle città di Bari, Andria, Barletta, Foggia, Taranto e Brindisi dovranno dunque rispondere ora di frode nell’esercizio del commercio e produzione di alimenti trattati in modo tale da variarne la composizione naturale, attraverso l’aggiunta di additivi chimici illegali.
In sostanza, i prodotti da forno sequestrati venivano preparati aggiungendo alle ricette classiche il colorante E153, che contiene benzopirene, un composto cancerogeno del quale non si conoscono in maniera precisa gli effetti collaterali.
Qualche settimana fa, Claudio Conti, il presidente di Assipan, l’associazione dei panificatori di Confcommercio, aveva ricordato che “la normativa prevede espressamente che per il pane e i prodotti simili l’uso di coloranti è vietato”.
Sulla pericolosità del carbone vegetale, pubblicizzato esaltandone la digeribilità, gli esperti si dividono. Spiega Andrea Ghiselli, del Cra-Nut, l’ente che si occupa della ricerca sulla nutrizione: “Non è chiaro quanto ne finisca all’interno dei prodotti alimentari. Forse non tanto, visto che basta una piccola quantità per colorare molto e cioè per ottenere l’effetto che spinge i consumatori a comprarlo”.
Per Marco Silano, direttore del reparto alimentazione, nutrizione e salute dell’Istituto superiore di sanità, “probabilmente qualche beneficio all’intestino lo dà ma non come se fosse un integratore, che ha dosaggi ben più elevati. Invece non è vero che, come dicono alcuni, sia più digeribile e meno calorico. Da questi punti di vista è identico al pane tradizionale”.
Gli esperti, in pratica, invitano a diffidare dalla promozione di un prodotto che di benefico sembra non avere proprio nulla.

fonte: direttanews.it