SCOPERTO IL VOLTO DI TUTANKHAMON


Una sorta di “autopsia virtuale” è quella che ha consentito di ricostruire l’aspetto fisico del Faraone Tutankhamon, uno dei tanti sovrani che si avvicendarono sul trono dell’Antico Egitto, ma più celebre degli altri poiché divenuto quasi leggendario a causa del suo sepolcro meraviglioso nel quale giacque inviolato fino al 1922. Della vita e della morte di Tutankhamon si conoscono tanti dettagli: si sa, ad esempio, che venne sepolto quando aveva un età compresa tra i 17 e i 19 anni, fatto che ha sempre destato il sospetto che fosse stato vittima di qualche omicidio politico. Le più antiche indagini, condotte ormai quasi un secolo fa sul suo corpo mummificato, avevano infatti rintracciato frammenti di osso nella zona della nuca, facendo propendere per l’ipotesi di una morte violenta, dovuta ad un attentato o ad un incidente, magari mentre era sopra una biga: e invece oggi si pensa che le cose dovettero andare in un altro modo.

Figlio di un incesto
Che il matrimonio tra consanguinei fosse usanza frequente tra gli appartenenti alla famiglia reale dell’Antico Egitto è un fatto noto: il fine evidente di tale costume era la conservazione del potere, tant’è che la sua persistenza è testimoniata soprattutto nella più tarda età tolemaica (quella estintasi con il suicidio di Cleopatra dopo la sconfitta da parte di Ottaviano, per intenderci). Si intuisce facilmente come questa pratica tendesse ad inficiare la buona salute dei bambini che nascevano da tali rapporti incestuosi: Tutankhamon non faceva eccezione. Suo padre fu Akhenaton, noto per essere stato un riformatore religioso, mentre l’identità di sua madre era rimasta sempre in dubbio: adesso, grazie agli ultimi studi basati su analisi genetiche, gli scienziati hanno concluso che il faraone nacque probabilmente proprio dall’unione tra due fratelli. Verosimilmente non si trattava neanche del primo incesto avvenuto nella stessa famiglia: il risultato, quindi, fu quello di un giovane Tutankhamon che godeva di pessima salute e le cui fattezze del volto, neanche a dirlo, non erano splendenti così come sono ritratte sulla sua favolosa maschera in oro e lapislazzuli.

Il faraone claudicante
Decisamente, a quanto è stato possibile stabilire ricostruendone il volto grazie a oltre 2.000 scansioni, oggi stenteremmo a definire Tutankhamon “un bel giovane”, con la sua arcata dentaria superiore sporgente e i suoi fianchi un po’ troppo simili a quelli di una donna: ma, tutto sommato, la bellezza è un valore soggettivo, quindi è meglio non avventurarsi oltremodo sul campo delle ipotesi. Quello che invece è decisamente indubbio è il fatto che il faraone avesse una pesante eredità sulle sue spalle, al momento della nascita, che non era costituita soltanto dal vasto regno trasmessogli dal padre: in precedenza, infatti, si è ipotizzato che il sovrano morì a seguito delle rapidissime complicazioni sorte dopo la rottura di una sua gamba, cadendo da una biga. L’autopsia ha invece svelato che Tutankhamon, assai probabilmente, non avrebbe mai potuto guidare dato il suo stato di debolezza e, soprattutto, viste le sue difficoltà motorie: a causa di una malformazione congenita, infatti, aveva un piede piegato verso l’interno, fatto che lo obbligava a camminare sempre con l’ausilio di un bastone. Del resto, a sostegno di tale evidenza, la sua tomba ha restituito 130 bastoni i quali, evidentemente, avrebbero fornito sostegno al regnante anche nell’aldilà.

Morto di malaria?
Il professor Albert Zink, a capo dell’Istituto per le Mummie e l’Iceman di Bolzano e coinvolto negli studi sul faraone egizio, ha spiegato che saranno necessarie ulteriori indagini per appurare con precisione quale fu la causa precisa della precoce morte di Tutankhamon. Se infatti è plausibile che essa sia stata determinata dalla consanguineità dei suoi genitori, attraverso qualche malattia ereditaria a decorso fatale, è pur vero che la malaria di cui soffriva da tempo avrebbe potuto giocare un ruolo determinante indebolendone fortemente il fisico. Per quanto riguarda il problema delle fratture – soprattutto del buco nel cranio della mummia – indagini più approfondite hanno consentito di appurare che si tratta di un risultato dell’imbalsamazione, ossa frantumatesi durante quel delicato processo di trattamento dei cadaveri che è simbolo della cultura egizia: soltanto un ginocchio rotto lascia aperte delle perplessità, essendo frutto di un trauma avvenuto poco prima della sua morte.

Malattia ereditaria o malaria, la sola cosa certa sembra che quella di Tutankhamon fu una morte prematura agevolata da numerosi fattori che giocarono assieme per consegnare il giovanissimo Faraone alla fama e all’eternità, attraverso quel sepolcro stupefacente nel quale riposò per oltre 3.000 anni e che, ancora oggi, non cessa mai di stupirci, simbolo di quella cultura straordinaria che fiorì nell’Antico Egitto.





fonte: fanpage.it
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