TERREMOTO, SI RISVEGLIANO I VULCANI SOTTOMARINI. 'IN ARRIVO NUOVE SCOSSE'

Sono stati individuati i segnali che precedono il risveglio di un vulcano sottomarino. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, si deve a tre studi coordinati da tre ricercatori americani e potrebbe contribuire a prevedere le eruzioni sottomarine che rappresentano la stragrande maggioranza del vulcanismo della Terra. I lavori coordinati da Chadwick William, Robert Dziak entrambi della Oregon State University e da David Caress dell'Istituto di Ricerca Monterey Bay Aquarium, si basano sul monitoraggio del vulcano sottomarino Axial Seamount situato nell'Oceano Pacifico, a largo delle coste degli Stati Uniti, prima e dopo l'eruzione nel mese di aprile 2011. Questa eruzione era stata prevista con successo dagli stessi autori che avevano individuato un arco di tempo durante il quale poteva avvenire e ora i lavori descrivono i segnali precursori del 'risvegliò del vulcano. Per monitorare l'Axial Seamount, uno dei vulcani sottomarini più attivi del mondo, i ricercatori hanno usato un robot sommergibile per analizzare il fondale marino, sensori di pressione per misurare l'innalzamento e l' abbassamento del fondale, strumenti per registrare i piccoli terremoti generati dal magma che si muove nella crosta terrestre. È stato documentato un aumento graduale del fondo del mare di quasi 20 centimetri in un periodo di diversi mesi, seguito da un brusco sollevamento di 7 centimetri avvenuto in meno di un'ora prima della comparsa dell'eruzione. Durante l'eruzione, durata sei giorni, che ha fatto svuotare il serbatoio di magma, il fondale marino si poi è 'sgonfiatò abbassandosi di due metri. Questi movimenti del suolo, sottolineano gli esperti, indicano il riempimento graduale del serbatoio del magma sotto la superficie e il successivo svuotamento. Nelle due ore prima dell'eruzione, i ricercatori, hanno inoltre registrato uno sciame intenso di terremoti. È la prima volta, sottolinea Chadwick, che si dimostra il legame tra sismicità, deformazione del fondo marino e l' intrusione di magma in un vulcano sottomarino. «Gli strumenti - ha rilevato Dziak - hanno registrato i segnali di migliaia di piccoli terremoti in pochi minuti, generati dal magma che sale infiltrandosi nelle crepe della crosta e che ci hanno permesso di tracciare chiaramente la risalita del magma».

IL GEOLOGO: "PREPARARSI A NUOVE SCOSSE" - «Prepariamoci per il prossimo terremoto». Non è una previsione ma un appello per mettere in sicurezza l'Italia «vista la periodicità degli eventi». A lanciarlo Paride Antolini, componente del Consiglio nazionale dei geologi, in merito all'allerta della Commissione Grandi Rischi ma soprattutto in riferimento ai nuovi piani strutturali comunali «che ora, alla luce di quanto accaduto, devono contenere scelte coraggiose». «Il nostro - ha detto Antolini - è un paese sismico ma non lo sa. Se ne accorge solo quando succede. Ecco perchè è urgente mettere in sicurezza il nostro patrimonio edilizio, in Emilia Romagna, ma anche in tutto il territorio». Da qui alcuni interventi urgenti. «Innanzi tutto - ha sottolineato Antolini - la riqualificazione dell'esistente. Poi, subito, al secondo posto, la limitazione del nuovo edificato per evitare l'occupazione di altro suolo. Il consumo eccessivo di territorio infatti - ha spiegato - porta, nell'attuale gestione, agli annuali eventi catastrofici che, come per le alluvioni e le frane, si registrano ogni autunno e primavera». Quindi al terzo posto, secondo Antolini, «il disicentivo e la delocalizzazione per evitare di urbanizzare aree a rischio idrogeologico e sismico». Infine, ma non ultima, la corretta informazione «per avere consapevolezza di quello che accade». «I cittadini - ha affermato Antolini - devono essere messi al corrente di quello che rischiano attraverso una capillare e costante informazione, ma non ogni 3-4 anni a evento avvenuto». «Per esempio in Emilia Romagna, al primo posto nell'economia italiana, l' informazione non c'è se a ogni sussulto c'è tutto quello spavento. Non bisogna però cadere nell'errore di creare panico, bisogna informare. Oggi - ha proseguito Antolini - c'è un interregno tra il silenzio sui rischi di una determinata zona e l'eccessivo allarme che, come nella comunicazione della Commissione Grandi Rischi, ha portato la gente di Ferrara a stare sveglia tutta la notte». E allora, come membro del Consiglio nazionale dei geologi, Antolini ha sottolineato l'importanza, ora in Italia, se si abita in una zona sismica o no. «Questa è l'unica cosa da sapere per adeguare le costruzioni private, pubbliche e industriali. I Comuni, le Regioni, devono capire che bisogna costruire in sicurezza senza classe sismica o basi statistiche che tengano e solo avendo presente se la zona è a rischio terremoti o no. Se è sismica bisogna costruire in una determinata maniera sempre, adottando gli standard più elevati, sia che si tratti di Emilia Romagna o di Abruzzo o di Calabria».
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