DIMISSIONARI - Il primo a rassegnare le dimissioni è stato il senatore Stefano Esposito, assessore ai trasporti del comune di Roma, spiegando che a questo punto più che 'gridare al complotto' bisogna andare tutti a casa. Nel pomeriggio ha aggiunto: "Il sindaco è una persona responsabile, mi auguro che non trascini oltre questa situazione, ora dovrebbe dimettersi". Personalmente, confida Esposito, affronto la situazione "con grandissima serenità", ma anche un po' "a malincuore, perché stavamo lavorando per ripulire questa città, perché mafia capitale non ha ripulito la città. Ma ora non c'è più la necessaria autorevolezza per continuare questa battaglia".
Dopo Esposito si sono dimessi anche gli assessori Marco Causi e Marco Rossi Doria: "Non ci sono più le condizioni per andare avanti", hanno detto. Per ultima si è dimessa anche l'assessore al Turismo Luigina Di Liegro, entrata in giunta con Causi, Esposito e Rossi Doria nell'ultimo rimpasto.
IL PRESSING - Il sindaco però aveva ribadito fino all'ultimo la volontà di resistere, al punto che Matteo Orfini e Paolo Cento, segretario romano di Sel, lo hanno messo alle corde: "Ancora un'ora di tempo e poi o ti dimetti o i gruppi consigliari ti sfiduceranno in aula Giulio Cesare". E' il culmine di uno stillicidio politico che ha coinvolto negli ultimi mesi il primo cittadino dell'amministrazione capitolina. Anche il premierMatteo Renzi aveva parlato ai suoi di una situazione non più sostenibile, al punto che si è arrivati all'aut aut, con l'ipotesi - in mancanza di un passo indietro del primo cittadino - di dimissioni in blocco degli assessori del Pd. Oggi pomeriggio era previsto un incontro tra il segretario romano di Sel, Paolo Cento, e il commissario del Pd Roma, Matteo Orfini, per una possibile mozione di sfiducia che, forse, non servirà più.
GLI SCENARI - Quanto agli scenari possibili si parla già di un commissariamento, ritenuto necessario dato l'appuntamento stringente con il Giubileo. Il nome più gettonato è quello del prefetto di Roma Franco Gabrielli. Si tratterebbe di una 'reggenza' breve: nello schema disegnato dal Pd in queste ore, l'amministrazione capitolina andrebbe al voto in tempi brevi, forse la prossima primavera. Dice Alessandra Moretti (Pd): "Sono molto dispiaciuta per la vicenda che a Roma riguarda il Sindaco Marino e il mio partito - ha detto su Sky tv 24 -. Auspico ci sia un chiarimento molto veloce. Ma sono anche altrettanto certa che una città come Roma, tanto più con un Giubileo alle porte, non possa restare senza una guida, nel rispetto della trasparenza e della legalità. Io mi augurio che la Giunta non cada ma se questo fosse inevitabile auspico ci sia il commissariamento per non gettare la città nel caos in un momento come questo in cui il governo di Roma non può risultare delegittimato".
IN PIAZZA - C'è chi urla "dimissioni, Marino dimettiti" e c'è invece chi urla "Marino resisti": è la 'guerra' a suon di slogan, cori e canzonette che si combatte in piazza Campidoglio tra oppositori e sostenitori del sindaco.
"Chi non salta comunista è...", dicono gli uni; "Marino, Marino", replicano gli altri. E via dicendo tra "dimissioni, dimissioni ", "a casa a casa", "Marino portaci a cena", e invece "non mollare, non mollare". Il tutto in una piazza dove c'è anche un'altra manifestazione e i turisti si aggirano tra il sorpreso e il dubbioso su dove si trovino.
