Nonostante che l’attività di tatuatore-piercer comporti il possesso di una specifica licenza da parte della Camera di Commercio corredata da certificazione della Regione (e quindi della ASL competente), nella realtà chiunque allo stato attuale può accreditarsi la competenza necessaria all’applicazione di un piercing ed effettuare in qualunque ambiente sul corpo di un individuo manovre invasive, che rappresentano veri e propri atti chirurgici, in assenza di comprovata conoscenza dell’anatomia, delle norme di igiene, sterilità ed asepsi, nonché delle capacità tecniche atte ad individuare eventuali complicazioni e sapervi porre rapido ed efficace rimedio.
Molto diffuso è anche il ricorso a familiari, amici o addirittura al “fai da te”.
I concetti di sterilità e asepsi sono in realtà assai più complessi di quanto si possa comunemente pensare e richiedono ambienti e strumentari adeguati, oltre che uno specifico percorso di apprendimento e di training.
Troppo spesso invece, a causa di grave disinformazione sulla materia, ci si contenta di affermazioni rassicuranti del tipo “il posto è pulito e il piercer usa anche i guanti…” (!!), quando non si assista alla pratica anche in profumerie, chioschi, fiere, ecc., senza la benché minima precauzione su questo piano.
Il praticare un foro sulla superficie dell’organismo può comportare in questo senso diverse possibilità:
- sanguinamento con possibile contaminazione dell’operatore, dello strumentario e dei successivi avventori;
- contaminazione del sito da parte di microrganismi ambientali o veicolati dall’operatore stesso;
- comunicazione con zone del corpo normalmente settiche;
- contaminazione mediante strumenti non sterili. Basti pensare che il solo uso di aghi non sterilizzati o, meglio ancora monouso, comporta un rischio del 16% di contrarre l’epatite B, del 12% di contrarre l’epatite C e dello 0,5% di contrarre l’AIDS.
Alcune zone del corpo, nelle quali vengono comunemente applicati piercing risultano particolarmente critiche e sono in molti casi sede di formazioni vascolari nervose e cartilaginee, la cui lesione può comportare pericoli immediati oltre che danni anatomici non reversibili con conseguenze funzionali anche importanti:
- Arcata sopraccigliare: zona percorsa da arteria sopraccigliare e arteria angolare del naso; la lesione di questi vasi comporta un sanguinamento importante il cui controllo può risultare impegnativo anche per un Chirurgo.
- Orecchio: l'infezione della cartilagine può determinare una pericondrite, affezione difficile da trattare e che, se non curata adeguatamente, provoca un vero ascesso, fino ad arrivare alla distruzione della cartilagine stessa con esiti estetici invalidanti.
- Lingua: rischio elevato di sanguinamento, ostruzione delle vie aeree causata dall'edema post-inserzione, ulcerazione, alterazione del gusto e della sensibilità, interferenze con il linguaggio e la masticazione, possibile ingestione o inalazione di corpo estraneo.
- Naso: mettendo in comunicazione le strutture cartilaginee e cutanee con le cavità nasali, sede di flora batterica, le possibilità di infezione e di infiammazione della cartilagine (condrite) sono elevate.
- Labbra: sanguinamento, infezione, infiammazioni e recessioni gengivali, periodontite, rottura di elementi dentari.
- Capezzoli: infezione, deformazione o lesione di dotti galattofori con ostacolo all’allattamento.
- Ombelico: il rischio di infezione in questa sede è elevato; la sua conformazione non sempre è adatta al posizionamento di piercing; l’esistenza di ernie potrebbe non risultare riconosciuta per insufficiente esperienza con pericolo di lesioni viscerali; la presenza del monile può creare problemi in gravidanza, ostacolare alcuni movimenti e interferire con gli abiti.
- Genitali: lesioni uretrali, infezione, disfunzione sessuale, lesioni al partner, lacerazione del preservativo.
Altre complicazioni possono essere rappresentate da:
- Reazioni allergiche ai metalli (nichel)
- Lesioni da “strappo”
- Dolore cronico
- Formazione di cheloidi
- Migrazione e/o incarceramento del piercing
- Propagazione di infezioni all’encefalo
- Patologie funzionali del tratto digerente: le sedi di applicazione possono coincidere con punti di agopuntura o auricoloterapia con interferenza riflessologica: i piercing sono infatti per lo più metallici e, come gli aghi da agopuntura, determinano una variazione elettromagnetica locale che, in punti precisi, esplicano effetto a distanza, mediato dal sistema nervoso, sui visceri.
- Complicazioni cardiache: la ormai grande diffusione del piercing ha permesso di rilevare quanto questa pratica possa essere pericolosa per le persone con disturbi congeniti al cuore, difetti valvolari (stenosi, insufficienza ecc.), ma soprattutto portatori di protesi valvolari; queste condizioni andrebbero preventivamente conosciute o identificate e per queste persone sarebbe ragionevole rinunciare al piercing.