L'ennesimo ciclone che s'abbatte sul calcio italiano. Evasione fiscale e false fatturazioni, è questa l'ipotesi di reato in base alla quale gli agenti della Guardia di Finanza hanno eseguito perquisizioni, sequestro di atti e altri provvedimenti nei confronti di 64 persone tra cui massimi dirigenti, calciatori e procuratori di squadre di calcio di serie A e Serie B. Tra le persone che figurano nel novero delle persone coinvolte (ma la loro posizione è tutta da accertare) ci sono anche il numero uno della Lazio, Claudio Lotito, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, l’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, il procuratore Alessandro Moggi, il figlio di Luciano (ex direttore generale della ‘vecchia signora') e l’ex dirigente della Juventus, Jean-Claude Blanc. Tra i calciatori finiti sotto i riflettori dei magistrati anche l'ex attaccante del Napoli, il Pocho Lavezzi, e l'ex calciatore del Parma, Crespo. A occuparsi del filone d'inchiesta sono i pm della Procura di Napoli Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli.
Operazione Fuorigioco. E' stato denominato così il filone d'inchiesta, l'ennesimo sulla (presunta) promiscuità dei traffici indiscriminati nel sottobosco del calcio italiano. Secondo la tesi sviluppata dal procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli, esisterebbe un sistema ramificato e finalizzato all'evasione delle tasse. Un sistema messo in atto da oltre trenta club professionistici (sia del massimo campionato, sia della serie cadetta), compresi i tesserati che vanno dai dirigenti ai calciatori, inclusi i loro procuratori. Come si articolava la rete di illeciti? Quando sarebbero stati i commessi i reati ipotizzati? In base alle indagini della Procura escamotage per aggirare il Fisco sarebbero stati attuati nell'ambito di operazioni sulla compravendita di calciatori.
La tesi della Procura. "I procuratori dei calciatori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le loro prestazioni – si legge nella documentazione -, simulando che l'opera di intermediazione fosse resa nell'interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi. Le società, da parte loro approfittavano dell'indebito vantaggio di potersi completamente dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando altresì della detrazione dell'imposta sul valore aggiunto relativa alla pseudo prestazione ricevuta in esclusiva. In questo modo veniva consentito ai calciatori di non dichiarare quello che sostanzialmente era un benefit riconosciuto agli stessi dalla società calcistica che si accollava, a vantaggio dell'atleta, anche la spesa per l'intermediazione".
I ‘paradisi fiscali'. "Alcuni agenti stranieri, di nazionalità argentina, peraltro, mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e attraverso l'interposizione di società ‘schermo' con sede anche in ‘paradisi fiscali', delocalizzavano i proventi derivanti dalle attività professionali".

fonte: fanpage.it