La crisi economica determina povertà crescente, questo assunto viene costantemente dimostrato da una difficoltà di vivere che continua a crescere nella popolazione italiana e mondiale.
Arriva il primo caso di morto prima abbandonato cadavere in ospedale e poi sfrattato dall’obitorio a causa della sua povertà.
Ebbene sì, si deve essere abbastanza ricchi anche per morire perché al giorno d’oggi anche la morte ha un costo che non per tutti è sostenibile!
La storia di Giovanni, 55 anni, lavoratore occasionale, sovente disoccupato, morto senza i danari sufficienti per pagarsi una degna sepoltura, oggi sta facendo il giro del web e sta commuovendo l’Italia.
In vero la commozione viene forse dall’amara consapevolezza che il cimitero dei poveri è già pieno di anime morte dopo una vita faticosa ma senza soddisfazioni economiche in un Paese che oggi non riesce a fronteggiare la povertà.
Giovanni è deceduto il 17 giugno, presso l’ospedale Caldarelli di Napoli dov,e già ricoverato, è stato vittima di un arresto cardiaco che la medicina non ha potuto fronteggiare.
Il cadavere di Giovanni è stato lasciato nove giorni in obitorio perché né lui né la sua famiglia erano in grado di pagare il funerale.
Chiaramente anche i posti dell’obitorio vanno liberati e il cadavere di Giovanni non poteva giacere lì!
È stato allertato il Comune e si è mobilitato il quartiere Marinella, dove viveva Giovanni. I cittadini del quartiere hanno dato vita ad una vera colletta del cuore, ed hanno realizzato 2.500 euro destinati al funerale di Giovanni, complice un impresario generoso, tutto pareva pronto per una sepoltura dignitosa.
Tuttavia il Comune di Napoli, nello specifico il servizio defunti di Palazzo San Giacomo, avrebbe complicato la vicenda dichiarando un impedimento burocratico per cui la salma dovrebbe essere trasferita dall’ospedale al cimitero direttamente e senza passare per la chiesa.
La ragione di tale impedimento? A quanto pare questo viaggio diretto verso il cimitero di una salma umana e sfortunata sarebbe necessario in ragione del fatto che il Comune è chiamato ad economizzare sui trasporti funebri a suo carico