BOOM DI SIGARETTE ELETTRONICHE, GLI ESPERTI: 'ATTENZIONE AI FALSI'
Colonnine di fumo bianco che si alzano dai tavoli di un ristorante, nella sala d'aspetto del medico o, addirittura, tra le poltroncine di un cinema. Scene d'altri tempi. Eppure il veto della legge Sirchia, contro il fumo nei luoghi pubblici, è ancora in piedi: tutti trasgressori? No, tutti svaporatori. Fumatori incalliti o adepti dell'ultima ora che, per scelta o per necessità, hanno optato perla sigaretta elettrica: senza tabacco ma al sapor di nicotina. O di aromi dal gusto più goloso, come cacao o vaniglia.
Un oggetto che sta spopolando, ai primi posti tra i regali più venduti dell'ultimo Natale. Dai 30 agli 80 euro, la sigaretta si compra anche online e, proprio sul web, si moltiplicano le offerte di franchising che con un investimento minimo di 6 mila euro promettono guadagni assicurati. Tutto rosa e fiori o, piuttosto, fumo negli occhi? «Non abbiamo strumenti per dire che un fumatore riesca a smettere utilizzando tale prodotto – spiega la dottoressa Roberta Pacifici, direttore dell'Osservatorio su fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità – se fosse un farmaco infatti ne andrebbe regolamentata la vendita». L’uso, quindi, dovrebbe essere limitato: «Non prevedendo combustione di tabacco, può essere utile per un fumatore che cerca un prodotto meno tossico o che vuole fumare anche nei luoghi pubblici - spiega la dottoressa Pacifici - Così però si rischia di perdere l'aspetto educativo ottenuto dalla legge Sirchia: torniamo a veder fumare nei bar o nei ristoranti. C'è il rischio inoltre che i giovanissimi si avvicinino alla sigaretta elettrica solo perché fashion. Il prodotto presenta quindi potenziali livelli di rischio».
Un commercio da regolamentare, quindi, visto che non prevede i controlli imposti alle farmacie o ai tabacchini. «E' sufficiente aprire un negozio e vendere il prodotto – spiega il comandante del Nas di Genova, Gian Mario Carta – ma i venditori improvvisati e mal informati rischiano di andare incontro a sequestri: in pochi mesi ne abbiamo effettuati 34 mila. I nuovi negozi e le sigarette contraffatte spuntano come funghi, provenienti soprattutto dalla Cina. Alcune hanno il marchio CE falso, altre non hanno le indicazioni in italiano e altre ancora non presentano la dicitura “tenere lontano dalla portata dei bambini”. Tutti aspetti fondamentali che devono mettere in allarme il consumatore. I controlli sono già attivi e vanno avanti».
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