Il Consiglio dei cittadini per la sicurezza pubblica e la giustizia penale del Messico (inutile citare l’improbabile sigla) ha parlato. E ha emesso un verdetto che sicuramente ridurrà i viaggi in qualche località, rea di essere particolarmente inadatta a visite di piacere e di non garantire la tranquillità delle persone, nonchè la loro permanenza in vita. Di seguito, la top ten delle città più pericolose del mondo (dati aggiornati al 2011), non a caso concentrate tutte in un solo continente…
10 – In coda (buon per lei, ma nemmeno troppo…) c’è Belém. No, non si tratta della showgirl argentina “con la farfallina”, ma di una città del Brasile da quasi due milioni di abitanti, tra le più importanti della regione amazzonica.In questa città, dove il traffico illegale di armi, la criminalità e il problema spazzatura la fanno da padroni, si sono verificati ben 1639 omicidi soltanto nel 2011. Altro che “mostro di Firenze” o massacro di zombie…
9 – Durango, in Messico, occupa il nono posto di questa speciale classifica con “soltanto” 474 omicidi nello stesso anno ma un tasso di 79,88 uccisioni ogni 100.000 abitanti. Se si pensa che Questo posto di persone ne conta circa 600.000 è un dato che fa riflettere.
8 – Se avete un chihuaua in casa liberatevene subito. No scusate, non lo fate. Però nell’omonima città messicana potrebbe essere rischioso andare: a Chihuaua infatti sono stati commessi 690 omicidi in un solo anno e la polizia fa una’incredibile fatica nel contenere la criminalità (micro o macro) della cittadina sudamericana.
7 – 990 è invece il numero di omicidi in un anno nella città di Torreon, ancora in Messico, località da circa 1 milione di abitanti. L’ennesima flagellata dagli assassini.
6 – “Nei peggiori bar di Caracas“, come detto da una nota pubblicità tv, la gente beve il rum “Havana Club”. Nel resto della città venezuelana intanto si pestano, si sparano, si trucidano e si ammazzano. La capitale della nazione del Sud America conta 3 milioni e mezzo di abitanti e di omicidi annuali se ne verificano in media 3164, all’incirca 99 morti ogni 100.000. Forse, a questo punto, meglio riempirsi di rum e non uscire in strada o raggiungere le malfamate favelas. A meno che non girino pistole anche lì…
5 – Distrito Central, capolugo di un noto dipartimento dell’Honduras sito nei pressi della città di Tegucigalpa, è al quinto posto della graduatoria con 1123 morti l’anno su poco più di 2 milioni di persone. Praticamente, letta così, quasi la metà degli abitanti di questa frazione non passerebbe i dodici mesi di vita, o se lo fanno il loro momento potrebbe arrivare l’anno dopo o l’anno successivo ancora. Un’ansia continua insomma.
4 – Ancora il Messico regala a questa classifica un’altra città da segnalare come “brutta, sporca e cattiva”. Si tratta di Acapulco, a 400 km da Città del Messico, che con i suoi 1029 morti l’anno (media spaventosa di 128 decessi ogni 100.000 persone) su poco meno di un milione di cittadini rientra nella prima metà del ranking. E non fatevi ammaliare da questo splendido panorama: mentre lo ammirate spensierati da un terrazzo, magari con la vostra dolce metà a fianco, guardatevi le spalle…
3 – Siamo finalmente giunti al podio: medaglia di bronzo per la carioca Maceiò, sita in Brasile e con un record impressionante di 1564 omicidi ogni dodici mesi (1 milione e 300mila abitanti, media di 135 uccisi ogni 100.000). Più che “maceiò”, si parla di macello.
2 – 1974 assassini l’anno su 1 milione e 300mila cittadini, con media stabile di 148 morti ogni 100.000, è il motivo per cui la medaglia d’argento va a Ciudad Juarez, anch’essa in Messico. E la ragione per la quale forse è meglio guardare un film a casa, molto lontano da lì, se ci si vuole salvare la pelle.
1 – Rullo di tamburi, squlli di trombe (di chi è rimasto ancora vivo)… e primato speciale a Pedro San Sula: sita in Honduras, questa città è la seconda più popolata della nazione e negli ultimi anni si è resa protagonista nella cronaca nera per attentati, sparatorie, tragiche vendette e rapine in cui ci è scappato il morto. E a proposito di morti, la media di 159 uccisioni l’anno ogni 100.000 abitanti, per un totale di 1143 omicidi fisse su neanche un milione di indigeni del luogo e non, assegna indiscutibilmente il primo posto a una località che porta la bandiera giallo-verde ma forse farebbe meglio a metter su un bel rosso unico, come il sangue versato per le strade un giorno sì e l’altro pure.
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