I pazienti coinvolti nella ricerca internazionale, oltre a recuperare leggermente il movimento volontario di alcuni arti, hanno visto anche migliorare alcuni parametri come la pressione sanguigna, la massa muscolare e la stanchezza. I primi risultati dello studio sono già stati pubblicati sulla rivista 'Brain', ora gli scienziati - guidati da Claudia Angeli, dello Spinal Cord Injury Research di Louisville - si aspettano che la stimolazione elettrica del midollo osseo possa consentire a tutti e quattro i partecipanti di stare in piedi per periodi più lunghi, mantenere l'equilibrio e tornare anche a lavoro. Nella schiena di Calven Goza è stato impiantato un piccolo dispositivo che contiene 16 elettrodi: quando il paziente o i medici lo attivano con un telecomando, viene innescato il movimento ai muscoli delle gambe. Il metodo, sviluppato in oltre 30 anni di ricerche, potrebbe offrire una speranza alle migliaia di persone rimaste paralizzate dopo una lesionespinale. Secondo gli scienziati, la stimolazione elettrica 'imita' i segnali del cervello e 'insegna' al midollo spinale a controllare di nuovo gli arti indipendentemente dal cervello, bypassando così la lesione.