E’ stato abbandonato dai genitori perché nato con una malformazione agli arti inferiori, scientificamente definita “acondroplasia”, una forma di nanismo. E’ la storia del piccolo nato martedì 3 gennaio nella clinica Città di Roma e poi trasferito d’urgenza al San Pietro Fatebenefratelli per una complicazione respiratoria.
Le condizioni del neonato appaiono ora stabili: è ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale del nosocomio sulla Cassia, sotto stretto controllo medico, ma respira autonomamente. A sincerarsi delle sue condizioni, mercoledì 4 gennaio, il vicesindaco Sveva Belviso per la quale “è triste constatare come il bimbo, italiano, sia stato rifiutato dai genitori non per difficoltà socioeconomiche, che non avrebbero consentito loro di crescerlo, ma perché affetto da questa malformazione. Spero ci ripensino, questo bambino ha bisogno e diritto di essere amato dai suoi genitori naturali”.
Se così non fosse il Tribunale avvierà l’iter per l’affidamento del piccolo a una casa famiglia o a una famiglia che faccia richiesta di adozione. Il piccolo è nato con un parto cesareo programmato per la 38esima settima di gestazione.
I genitori hanno maturato la decisione di non riconoscerlo nel momento in cui, alla 32esima settimana, un’ecografia ha riscontrato la malformazione. Ora il bambino pesa circa 3 chili per 49 centimetri di lunghezza. “All’apparenza nulla lascerebbe pensare al male di cui soffre”, e per questo il vicesindaco non si dà pace e si augura che i genitori ci ripensino.
Infatti, spiega Belviso, “hanno ora dieci giorni per provvedere a un riconoscimento ‘tardivo’, scaduti i quali avranno altri 2 mesi per richiedere una sospensione dello stato di affidabilità”. Se ciò non dovesse accadere il bambino potr
ebbe essere affidato a una casa famiglia e in sostanza sarà il Comune a prendersene cura. “E io – afferma Belviso – come vuole la legge, ne diventerò la mamma tutrice”.
Fonte: http://coronabelen.altervista.org/